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L’amore impacciato dei ragazzi


Alzi la mano chi nella vita non ha sofferto per amore. Anzi, alzi la mano chi alle superiori non si è innamorata/o di qualcuno che neanche lo vedeva, chi non si è crogiolato per anni in quello stato di patimento anonimo tipico degli amori non corrisposti. I fortunati a cui le cose andavano lisce erano pochi, i famosi “fichi della scuola” che passavano nei corridoi quasi sospesi da terra e si ammiravano come divinità. Io facevo parte del team normali, i trasparenti, adolescenti che insomma sono stati quasi un decennio in panchina, quelli che a ricreazione il massimo era mangiarsi una pizzetta bisunta sul muretto e fare due chiacchiere con la bidella.

Perché se siamo degli adulti disadattati, bisogna andare a guardare in quegli anni tumultuosi e impacciati dell’adolescenza, quando il corpo sboccia e con lui una raffica di ormoni impazziti che ci portano sulle montagne russe. Le camerette diventano rifugi, addio pupazzi e benvenuti poster di gruppi musicali, scritte sui muri e cartelli stradali, si passano le giornate tra la scuola, compiti e parchetto, panchine e incomprensioni, anni in bilico tra lo strazio e l’euforia.

Le prime sigarette, le prime uscite, le birrette, il pieno al motorino, i primi baci, le prime delusioni. Che quando sei giovane e ti dicono “goditeli, che questi sono gli anni migliori della tua vita” ti verrebbe da sputargli. E invece hanno ragione. Perché quelle emozioni fresche, quelle sensazioni nuove potentissime, poi le rincorri tutta la vita, compulsivamente, e ritrovarle è sempre più raro… ecco #CulturaPerTutti è proprio dedicata agli adolescenti che siamo stati, al disagio e all’amore impacciato di quegli anni lì.




un libro: DIARIO DI UN MILLENNIO CHE FUGGE

Marco Lodoli è un autore a cui sono particolarmente affezionata e fa proprio al caso nostro il suo romanzo d’esordio “Diario di un millennio che fugge”, uscito nel 1986 (Theoria, ora Einaudi ed.), un’educazione sentimentale cinica e vorticosa narrata in prima persona, la storia di una generazione di buoni a nulla pronti a tutto.

C’è tutto in questo libro: c’è la crescita e l’inettitudine come volontà, la solitudine e l’impossibilità di amare, c’è la vita e la morte, c’è l’intelligenza di una penna originale che ha trent’anni ha scritto un piccolo capolavoro, e che ad ogni pagina ci regala un fiore dove le parole sono i petali e il pistillo le passioni indomate dell’adolescenza. “Ogni pagina ci sorprende con la sua concentrazione ingegnosa, e con la ingegnosa invenzione di immagini e di figure” scrisse Pietro Citati su questo libro, e aveva ragione.




un film: LICORICE PIZZA

Nelle sale c’è Licorice Pizza e se ancora non siete andati a vederlo, fatelo. Prima di tutto la regia è firmata da Paul Thomas Anderson (Magnolia, Ubriaco d’amore, il Petroliere) e questa è già una garanzia. Poi i protagonisti sono due attori bravissimi, Cooper Hoffman e Alana Haim, due giovani disadattati, goffi, teneri e incredibilmente adatti nel reggere la parte. Questo film è un viaggio nella Los Angeles anni '70, nell’amore bizzarro, impacciato e fragile dei ragazzi, è un turbinio di avventure tra due che ossessivamente si rincorrono senza acchiapparsi mai. E’ un affresco leggero sull’adolescenza, sul non sentirsi mai abbastanza e sul potere salvifico dell’amore. In alcuni punti la trama si perde e la narrazione zoppica, ma nel panorama di oggi è comunque un’opera di grande qualità, una boccata d’aria fresca.



un’opera:

Henri Cartier Bresson, Romania 1975. © 2022 Henri Cartier-Bresson/Magnum Photos,

courtesy Fondation Henri Cartier-Bresson, Paris.


Ne approfitto per augurarvi un buon fine settimana, Maddalena Maddalena


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