La notizia del Titan scomparso in fondo al mare ha lasciato tutti sbigottiti. Non tanto per la spedizione in sé ma per i risvolti psicologici legati ai cinque uomini che hanno scelto consapevolmente di entrare in quel mini siluro, dopo aver pagato 250 mila dollari a testa e, come se non bastasse, dopo aver firmato una liberatoria per le responsabilità in caso di eventuali incidenti.
Cos’è che li ha spinti a fare una scelta così azzardata? Cosa avrebbe aggiunto alla loro vita un’esperienza del genere, immergersi come moderni palombari a 3.800 metri sotto il mare per vedere il relitto del Titanic? La noia? La curiosità morbosa? La voglia di fare qualcosa di unico e inarrivabile per tutti gli altri? Il desiderio di raccontarlo sui social? Le domande restano tante ma la certezza è una e una sola: la nostra vita è troppo preziosa per rischiare di perderla in un sommergibile per lillipuziani.
Sembra capitare a fagiolo la versione di Seneca sulla saggezza tratta dalle “Epistulae morales ad Lucilium”, data agli studenti del Classico per la seconda prova della Maturità: “Chi indossa vesti di porpora per non esibirle?” - “L’ambizione, lo sfarzo, la sfrenatezza, hanno bisogno della ribalta: se li tieni nascosti, ne guarirai.”
Consigli all’amico Lucilio, non una predica morale, che vedono come soluzione agli affanni dell’uomo una vita ritirata, fatta di otium, padronanza di sé e studio, senza spettatori e quindi senza niente da ostentare…
Un libro: I RACCONTI DI KOLYMA
Quanto vale la vita di un uomo? Nei racconti di Kolyma l’autore Varlam Salamov affronta le sue ferite, gli abissi più profondi dell’animo umano, offrendo al mondo una delle testimonianze letterarie più autentiche e intense sull’orrore dei gulag sovietici. L’opera arrivata in Italia negli anni ’70 fu osteggiata e criticata (anche da Primo Levi) ma con la fine dell’Unione Sovietica ha ritrovato il suo spazio, diventando con Einaudi un caso editoriale. Così Salamov, confinato a Kolyma dal 1937 al 1953, ricostruisce momento dopo momento quell’incubo, un grande mosaico di frammenti ritagliati nel gelo della tundra, Uno squarcio sulle condizioni dei prigionieri nei lager staliniani, un inferno organizzato. Proprio sul senso dell’esistenza, vi consiglio di leggere il racconto “Misurato a parte”, che potete trovare qui:
“Dugaev ricordava bene il detto del Nord, i tre comandamenti del detenuto: non fidarsi di nessuno, non temere nessuno e non chiedere niente a nessuno”.
Un film: RICOMINCIO DA CAPO
Un uomo costretto a rivivere “il giorno della marmotta” all’infinito, è questo Phil, il protagonista di “Ricomincio da capo” film del 1993 interpretato da Bill Murray.
La sveglia suona, ogni giorno con la stessa canzone “I’ve got you babe”, e sta a Phil decidere cosa fare: se affidarsi alla routine, all’ansia, fino agli eccessi o addirittura al suicidio… nonostante tutti gli sforzi di autodistruzione, la sveglia continua a suonare in questa commedia che diventa una lezione sulla felicità (e l’infelicità) dell’uomo moderno. Il film è disponibile su Apple Tv, YouTube, Google Play e Amazon Prime.
Un'opera: PAESAGGIO SUL NILO
Paesaggio sul Nilo, Mosaico I sec a.C. “L’amato di Iside”, Domus Aurea, Roma. Ne approfitto per augurarvi un buon fine-settimana, Maddalena
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